Con il buon lavoro svolto negli ultimi anni, nonostante l’emergenza sanitaria, il settore giovanile del Circolo La Nebbia Cus Molise ha gettato le basi per la prossima stagione, che ha l’obiettivo di far crescere la propria proposta sportiva.
Per fare questo il sodalizio del capoluogo di regione ha deciso di affidarsi anche a Paolo Pizzuto. Una figura di esperienza, a supporto di uno staff che potrà proseguire sulla strada intrapresa. Manuel Di Palma e Andrea Tammaro continueranno a dare il loro prezioso e qualificato contributo ad una macchina che è decisa a far salire i giri del motore nei prossimi mesi. “I due tecnici Manuel ed Andrea – sottolinea Pizzuto – sono state fino ad ora figure fondamentali ed hanno confermato la loro disponibilità a continuare nel percorso avviato con entusiasmo e vitalità. Nel corso della prossima annata sportiva, nella prospettiva di migliorare tutti, l’idea è di proporre nuove soluzioni non solo all’interno della struttura Cus ma anche all’esterno creando delle sinergie con le realtà esistenti sul territorio”. Pizzuto, con alle spalle tanti anni trascorsi nel calcio e nel calcio a 5, da giocatore e da allenatore, ha le idee chiare. “C’è stata una convergenza di vedute tra me e il Cus, che va al di là del fatto di avere un ruolo di rilievo – spiega. Non mi stimola particolarmente l’idea di replicare qualcosa che già esiste all’interno del nostro territorio, mentre mi attrae la volontà di migliorare la proposta per i giovani, all’interno di una realtà che, a livello di squadra maggiore, mantiene una posizione di rilievo nel panorama nazionale da diversi anni. Cercheremo di farlo insieme alla società e allo staff attraverso delle strade finora poco battute”.
“La sfida sportiva che ci aspetta è sicuramente avvincente: avvicinare al calcio a 5 tanti ragazzi che conoscono solo il calcio, prendendo spunto da modelli di alto livello – la Juventus che ha nello staff del settore giovanile Alessio Musti, ex allenatore della nazionale o il Bologna, che a livello giovanile porta avanti la doppia attività – per calarli nella nostra realtà e proporre qualcosa di originale”.
L’obiettivo principale resta comunque quello di creare un ambiente sereno di apprendimento, con la presenza di figure che possano essere significative per la crescita umana e sportiva dei ragazzi che vorranno avvicinarsi al mondo Cus. “Sulla base delle mie esperienze precedenti, tappa fondamentale di questo percorso è la conoscenza e la valorizzazione della “sconfitta”, la vittoria non dovrà mai essere l’unica cosa che conta”. Utilizzando come manifesto le parole di un grande uomo di sport: «la vittoria contiene un brivido che è persino difficile da descrivere, ma anche la sconfitta ha qualcosa di meraviglioso. Per chi è abituato a vincere, la tentazione di sentirsi invincibili è forte: la vittoria, a volte, può rendere arroganti e condurre a pensarsi arrivati. La sconfitta, invece, favorisce la meditazione: ci si chiede il perché della sconfitta, si fa un esame di coscienza, si analizza il lavoro fatto. Ecco perché, da certe sconfitte, nascono delle bellissime vittorie: perché, individuato lo sbaglio, si accende la sete del riscatto. Mi verrebbe da dire che chi vince non sa che cosa si perde».