Micaela Fanelli vuole dimostrare a tutti di essere la prima della classe. Soprattutto a Vittorino Facciolla, con il quale sta giocando un derby a distanza, e ad Andrea Greco per quanto riguarda la scelta del futuro candidato presidente del centro sinistra. Partiamo dai problemi interni al Partito Democratico. Non dimentichiamoche Micaela Fanelli, quando era segretario regionale del PD, ha fortemente sostenuto Paolo Di Laura Frattura quando era presidente della Regione. A quei tempi Facciolla era il vice presidente della giunta regionale e assessore. Quindi sa bene bene cosa significa governare una regione. Tant’è che il Pd fu costrettoa sacrificare il povero Carlo Veneziale (un galantuomo d’altri tempi) a una delle sconfitte più pesanti e umilianti della storia. Cosa significa? Intanto che i molisani sanno valutare bene il comportamento dei politici. Non sappiamo se Fanelli vuol forzare la mano. Probabilmente sì. Per dimostrare di essere la più brava, la più forte all’interno del Pd ha organizzato a Bruxelles un incontro di tutto rispetto invitando pezzi da novanta del Pd nazionale e locale compresi alcuni sindaci emergenti di Comuni molisani. In poche parole, con questa iniziativa ha impresso un duro colpo a Facciolla, quasi a dire: “La regina del Molise sono io”. Non sappiamo come reagirà Facciolla. Chi intanto ha reagito a muso duro è stato Andrea Greco, leader dei grillini a livello regionale. Ad alcuni chiari messaggi inviati dalla Fanelli ha risposto senza mezzi termini: “Non siamo subalterni al Pd, tanto meno una sua succursale”. Il suo punto di vista non fa una piega ed è condiviso all’unanimità dai simpatizzanti del Movimento 5 stelle. Un movimento che ai tempi di Frattura era all’opposizione, così come lo è oggi con Toma. Una condotta lineare che porta verso una indicazione di nominare il futuro candidato alla presidenza della Regione. La prova di forza della Fanelli non piace a Greco. L’accordo tra i due partiti è venuto meno prima di nascere. Grecoe Fanelli, da quelli che volevano evitare di apparire coloro che avrebbero sabotato l’accordo, ora sono passati alla rissa verbale. L’alleanza del Pd con i grillini è un processo che fin dall’inizio abbiamo previsto come difficile e impegnativo. I Cinque Stelle sono un mondo complesso. Sono sia di sinistra che di destra. E il loro collante è stato l’antipolitica. Ma questo spazio si è ora drasticamente ridotto per loro, cercando di rimanere a galla quanto più è possibile. Va bene che tra Fanelli e Greco non sia un matrimonio; neppure un fidanzamento. Ma non si può ridurre questo accordo a una scappatella domenicale per uno svago occasionale. Si gioca questa partita a carte truccate. Ognuno cerca di imporre il proprio credo e il futuro si prevede pieno di colpi di scena. Fanelli e Greco rappresentano due forze, il Partito democratico e il Movimento Cinquestelle, da dieci anni nemiche dichiarate nelle piazze e radicalmente contrapposte su tutto, con una visione antitetica della politica, della società, dell’economia e dello Stato, improvvisamente insieme, senza una base popolare maggioritaria di sostegno che lasciano anche i loro elettoriinterdetti. La sensazione netta è che in Molise questo accordo sia nato male. I protagonisti sono universalmente noti e al di là dei momentanei vincitori e vinti, ne escono tutti scalfiti e compromessi.