Ho sempre provato a capire perché la Democrazia Cristiana, passata alla storia come il partito che nel bene e nel male ha fatto l’Italia, governando il paese ininterrottamente per quasi cinquant’anni e condizionando le vite di generazioni di italiani, non è più tornata in auge. Ho tanti ricordi personali sui protagonisti che hanno fatto la storia del Molise. Cerano i leader dorotei Da Giacomo Sedati a Bruno Vecchiarelli, i fanfaniani Girolamo Lapenna e Remo Sammartino, il basista Florindo D’Aimmo, il forzanovista Lello Lombardi e altri che seguivano nell’ombra questi grandi leader. Non me ne voglia alcuno ma la Democrazia Cristiana ha contribuito a far crescere questo nostro amato Molise. In un partito autenticamente e sinceramente democratico le correnti sono sempre esistite. Da sempre. Che poi siano state correnti di pensiero, correnti di potere per la conquista del potere come capita oggi poco importa. Sempre di correnti si tratta. Comunque sia, la Democrazia Cristiana era un partito attraversato da una qualificata e robusta democrazia interna. Con molti limiti e molte imperfezioni. Ma comunque sempre meglio di quei partiti o movimenti politici che oggi si caratterizzano solo e soltanto per la strategia del loro capo, con tanti saluti alla democrazia, alla partecipazione interna e al rispetto delle minoranze. Mi sono chiesto: ma gli attuali politici in quale di queste correnti avrebbero potuto far parte? Con un po’ di fantasia provo a immaginare il loro posizionamento. Nicola Cavaliere, Roberto Di Baggio, Mena Calenda e Armandino D’Egidio avrebbero fatto parte di diritto del gruppo doroteo. Vincenzo Niro e Andrea Di Lucente in quello fanfaniano, Michele Iorio e Aida Romagnuolo di diritto in quello basista, Vincenzo Cotugno nel gruppo andreottiano, Salvatore Micone in quello moroteo, Quintino Pallante, in ossequio anche al suo indimenticato zio Lelio, in quello Forzanovista. Non può essere diversamente. Fatto questo forzo di fantasia è doveroso un tuffo nel passato. Nella Democrazia Cristiana esisteva certamente una degenerazione correntizia ma vi erano erano anche le correnti di pensiero come quella di Carlo Donat Cattin che rappresentava una specificità e una qualità non indifferente che puntava a guidare un grande partito popolare e di massa. A molti giovani probabilmente i nomi di Amintore Fanfani, Mariano Rumor, Giulio Andreotti, Ciriaco De Mita, Carlo Donat Cattin, Aldo Moro ricordano solo un passato che non c’è più Eppure le loro idee sono ancora molto attuali. A proposito dimenticavo il Governatore Donato Toma. Dove va inquadrato? In quale corrente democristiana? Senza troppi sforzi direi una via di mezzo tra dorotei e fanfaniani che allora in Molise erano le correnti di maggioranza della balena bianca. Uno come lui abituato a comandare e gestire spesso situazioni critiche certamente non poteva far parte di quelle correnti minoritarie pronte sempre ad affrontare la dialettica interna con un pizzico di vena polemica. Ho inteso inquadrare gli attuali consiglieri di maggioranza in un contesto del passato che non esiste. Non me ne voglia alcuno: è stata solo una divagazione divertente.
G.D.A.