Secondo i dati snocciolati dalla Camera del Commercio del Molise nel rapporto sulla Natalità e mortalità delle imprese italiane e molisane – primo trimestre 2022 il Molise registra il peggior tasso di crescita in Italia. A fine marzo 2022 sono 6.054.512 le unità imprenditoriali a livello nazionale, 34.861 in Molise. La variazione dello stock di imprese è negativa, pari a -1.149 unità a livello nazionale, risultato della somma di saldi di tutte le regioni italiane. Il quadro è stato tracciato da Movimpresedi Unioncamere – InfoCamere, dati elaborati dall’Ufficio Rilevazioni Statistiche e Osservatori Economici della Camera di Commercio del Molise dalla Camera di Commercio del Molise a partire dalle risultanze del Registro delle Imprese delle Camere di commercio relative al primo trimestre del 2022. Così “in Molise la base produttiva al primo trimestre 2022 si riduce di 130 unità, frutto delle 517 nuove iscrizioni (erano 518 al 31 marzo 2021) e 647 cessazioni (contro le 688 nel I trimestre 2021), al netto delle cessazioni d’ufficio (queste ultime sono la cancellazione d’ufficio di imprese non più operative, che risultavano ancora figurativamente iscritte al Registro Imprese). Se a livello nazionale, a distanza di due anni dall’irrompere dell’emergenza sanitaria, i numeri segnalano dunque un primo parziale assestamento della natalità e mortalità imprenditoriale (senza tuttavia recuperare ancora i livelli pre-pandemia), in Molise resta ancora debole la dinamica delle iscrizioni, che continua a registrare valori sempre più bassi ormai da diversi anni. A nulla vale la parallela diminuzione delle cessazioni: il primo trimestre dell’anno si chiude con un tasso di crescita negativo (-0,37%). Tale dato che, anche se in miglioramento rispetto a quello di un anno fa, risulta essere anche quest’anno tra i peggiori in Italia. Per quanto riguarda le due province molisane, i dati fanno rilevare un andamento simile in termini di tasso di crescita nel trimestre: Campobasso registra un tasso di crescita pari a -0,38%, Isernia -0,36%. A livello settoriale i saldi mostrano tutti una tendenza al negativo, in linea con l’andamento rilevato già in passato e su cui incidono anche aspetti stagionali che influenzano il bilancio del primo trimestre dell’anno, con il peso delle chiusure comunicate sul finire dell’anno precedente e rilevate statisticamente a gennaio. Le maggiori riduzioni in termini assoluti si hanno per i grandi settori tradizionali: agricoltura (-99 unità), costruzioni (-22 unità) e le attività di servizi (-15 unità), anche se rispetto ad un anno fa tutti e tre i settori evidenziano un leggero miglioramento nel saldo e nel relativo tasso di crescita. A peggiorare sono soprattutto il commercio che da -38 unità del primo trimestre 2021 passa alle -61 del primo trimestre di quest’anno e il turismo, da -14 a -40 unità. Relativamente alle forme giuridiche, il primo trimestre 2022 registra un tasso di decrescita per quasi tutte le forme giuridiche con l’eccezione, non nuova, delle società di capitale, che presenta un saldo positivo con l’iscrizione di 63 imprese in più (saldo in linea che le +61 di un anno fa) e un tasso di crescita del +0,73%. Per quanto riguarda le imprese artigiane, lo stock al 31/3/2022 è composto da 6.292 unità. Il saldo tra iscrizioni e cessazioni nel primo trimestre è negativo per 54 unità, risultato di 85 nuove iscrizioni e 139 cessazioni di attività. A livello settoriale, in termini assoluti, la maggiore riduzione tra le imprese artigiane si ha per le costruzioni (-18 unità) e per le attività di servizi (-13 unità)”
Michele Messere