Partiamo dal presupposto che un buon amministratore, che ricopra una carica pubblica elettiva, abbia investito nella propria carriera e nella propria formazione, come ognuno di noi farebbe per qualsivoglia tipo di attività assecondando le proprie predisposizioni.
Diamo quindi per scontato che egli abbia le conoscenze, l’esperienza, la propensione e le capacità per amministrare la cosa pubblica su delega popolare democraticamente affidata e che le abbia ottenute con impegno e sacrificio.
Perché se davvero qualcuno vuole parlare ancora di “missione” allora dovrebbe definirsi tale ancor più quella, ad esempio, di un parroco…. che è sí per propria scelta un pastore di anime ma che deve pur vivere mentre svolge la propria attività, delicata e intrisa di responsabilitá, alla quale dedica la propria vita ed ogni personale investimento.
Stando a questa riflessione parrebbe dunque scontato e giusto che chiunque dedichi il proprio tempo, il proprio impegno, le proprie risorse intellettive e materiali ad una attività, dalla quale derivano delle responsabilità, riceva un riconoscimento per il proprio lavoro, o come si definisce in questo caso, un’indennità.
E si perchè se non è giusto che un professionista, un dipendente, un parroco lavorino gratuitamente, solo per fare pochi generici esempi, allora il medesimo principio vale anche per un politico, per un amministratore, che sia un sindaco, un consigliere comunale, un deputato, un presidente di regione.
E qui si presenta già il primo intoppo che, se diamo per buono il principio sopra esposto, palesa una grande contraddizione e mostra una abissale differenza tra i vari livelli, non vedendo di fatto rispettata alcuna logica in termini di proporzione (parlamentari vs.regionali, regionali vs. comunali, consiglieri regionali vs. consiglieri comunali, grandi centri vs. piccoli comuni: per il consigliere comunale non è prevista alcuna indennitá ma al massimo un piccolo gettone di presenza anche in un capoluogo di provincia)ma questa è un’altra storia….
Quindi nessun soggetto che sia onesto intellettualmente potrebbe pretendere un “servizio gratuito” da un amministratore pubblico, così come non lo accetterebbe per sé, e dunque di certo non ci si aspetterebbe questo neanche dalla neo eletta Giunta Castataro di Isernia.
Nessuno pretende che lavorino gratis così come nessuno può incolparli di aver avuto un grande colpo di fortuna…eh già perchè la Giunta Castrataro è stata la prima a beneficiare del nuovo indirizzo governativo sulle indennità degli amministratori locali che inizia, e speriamo continui con delle aggiunte a poppa e delle limature a prua, a riequilibrare quell’abissale differenza tra i livelli.
La fortuna quindi non può e non deve essere una colpa, ci mancherebbe, ma l’ipocrisia sì.
Non si può urlare ai quattro venti la volontà di ridursi l’indennità, cosa che non sei affatto obbligato a fare, e poi scoprire che di fatto stai rinunciando ad un venti per cento della metà di quello che ti spetta.
Proprio così, perchè la Giunta Castrataro ha dapprima elevato al massimo le proprie indennità per poi far finta di ridurle, una volta ottenuto il sostanzioso e storico aumento da parte dello stato.
Ma facciamo qualche confronto tra la Giunta d’Apollonio (prima della nuova legge) e la Giunta Castraro (con i nuovi emolumenti previsti) e senza fare valutazione alcuna sul valore dell’amministratore, dando generosamente per scontato che siano tutti egualmente validi e in possesso di quelle caratteristiche che abbiamo snocciolato all’inzio di questa riflessione.
Indennità mensile complessiva giunta d’Apollonio:
Sindaco d’Apollonio: 2.280€ lordi
Vicesindaco Pietrangelo: 627€ lordi
Presidente Lombardozzi: 1.026€ lordi
Assessore Dall’Olio: 513€ lordi
Assessori Matticoli, Chiacchiari, Di Perna, De Toma, Kniahynicki, Guglielmi : 1.026€ lordi
Indennità Giunta Castrataro con riduzione (estratto della determina n.316 del 12.04.2022 previo indirizzo di Giunta ovviamente): foto
Ebbene, risulta abbastanza palese che la riduzione interessi solo, eccezion fatta per il Sindaco che ha rinunciato a qualcosina in più, il 20-25% della porzione di indennità a carico delle casse dell’Ente.
Dunque, ricapitolando, la Giunta Castrataro non solo ha ottenuto un aumento dal governo centrale ma dopo incensati proclami di fatto non si è tagliata neanche l’intero importo a carico del Comune volendo ritenere magari già generosamente sufficiente la nuova indennità statale.
Non resta quindi che una semplice domanda :
Non sarebbe stato meglio evitare di proclamare una riduzione evidentemente ridicola e soprattutto non richiesta?!
Perché l’indennità è giusta e dovuta, la fortuna è senza dubbio da accogliere ma l’ipocrisia è sempre la ben vestita madre dell’inganno.
Gilda Ricci